Il regolamento condominiale è un insieme di norme che regolamentano l'uso delle cose
comuni, la ripartizione delle spese, la tutela del decoro
dell'edificio e l'amministrazione.
Il regolamento, che deve necessariamente esistere quando nel condominio vi siano più di dieci condomini (art. 1138 c.1 c.c.), vincola chiunque occupi le unità immobiliari presenti nel condominio.
Qualora un suo articolo, o paragrafo, regolamenti quali attività possono essere svolte all'interno dei locali presenti nell'edificio, è necessario valutare con attenzione l'esatta portata di tale previsione.
Spesso si trova il divieto di destinare gli appartamenti ad uso diverso da quello di civile abitazione o di ufficio professionale privato.
In tal caso, la giurisprudenza in passato ha affermato che in un simile generico divieto non vi rientra il divieto di adibire l'appartamento a bed&breakfast o affittacamere (Cass. 20 novembre 2014 n. 24707), essendo necessaria una clausola espressa e chiara che contenga anche tale dizione (Cass. 18 ottobre 2016 n. 21024).
Recentemente, un regolamento condominiale che riportava la clausola "è fatto obbligo di destinare gli appartamenti ad uso di civile abitazione o di studi o uffici professionali privati, nonché il divieto di adibire gli stessi a stanze ammobiliate d'affitto, pensioni o locande" è stato interpretato dalla suprema corte come precludente anche ogni attività di accoglienza per anziani intesa come struttura socio sanitaria (come casa di riposo, casa famiglia o comunità-alloggio).
Cassazione 14 maggio 2018 n. 11609
avv. Mauro Colombo